Osteoporosi: un problema diffuso, specialmente nelle donne
L’osteoporosi è una patologia a carico delle ossa che insorge soprattutto in età senile e riguarda maggiormente le donne: è noto infatti che già dai cinquant’anni in poi in un caso su 3 potrebbe manifestarsi per le donne questa patologia, detta anche “osteoporosi postmenopausa” perché è strettamente correlata a questa fase e, in particolare, alla cessazione da parte dell’organismo della produzione di ormoni estrogeni.
Questi svolgono una funzione protettiva rispetto alle ossa, che quindi si trovano sprovviste di uno “scudo” naturale contro la demineralizzazione ossea.
L’osteoporosi però può riguardare gli uomini anche se in percentuale molto minore ( 1 su 5): questo disturbo indebolisce l’osso in modo graduale al punto che è facile essere vittime di fratture soprattutto al polso, al femore, alle vertebre.
L’osso ha un ciclo vitale che fino a circa 30 anni gli permette di rinnovarsi e rimodellarsi in base alle varie esigenze che cambiano nelle diverse età: dai circa 35 anni in poi la parabola del rinnovamento osseo tende ad andare verso il basso, perché è un processo che cessa lentamente impoverendo la struttura ossea.
Un osso colpito da osteoporosi in fase iniziale si presenta in modo molto simile a una spugna porosa: questi pori tendendo a dilatarsi gradualmente togliendo all’osso la sua funzione di sostegno che gli è propria e questo impoverimento si palesa soprattutto nella difficoltà che ha di risanarsi a seguito di fratture.
L’osteoporosi è idealmente classificata in primaria e secondaria, dove la prima è quella più frequente mentre la seconda riguarda soltanto un’esigua percentuale dovuta ad altre malattie come la celiachia o l’iperparatiroidismo.
Una delle cause principali dell’osteoporosi è certamente la scarsità di calcio nella dieta soprattutto fino ai suddetti 35 anni (che coincidono con il cosiddetto “picco di massa ossea”), considerato il punto massimo entro il quale si può accumulare una scorta utile per l’età senile.
L’organismo infatti è “programmato” per immagazzinare tali scorte di calcio e, per prevenire l’osteoporosi, sarebbe ideale non rinunciare mai ai latticini, alle verdure e a tutti quegli alimenti che lo contengono.
Esistono anche fattori predisponenti dove incide l’ereditarietà, l’allungamento dell’aspettativa di vita, l’abuso di fumo e alcool, ma anche una vita molto sedentaria ed essere troppo magri.
In quest’ultimo caso è bene ricordare che il grasso localizzato favorisce la produzione di quegli ormoni che possono svolgere l’azione protettiva.
La massa corporea e anche lo sport possono ritardare l’insorgenza dell’osteoporosi o comunque proteggere dal pericolo di fratture per la presenza di un tessuto muscolare tonico.
Nei casi dell’osteoporosi post-menopausa esistono delle cure ormonali sostitutive che ritardano e attenuano i suoi effetti. Anche la dieta rimane un’arma importante per l’introduzione di calcio, anche con gli integratori di vitamina D, il “collante naturale” per immagazzinare il calcio stesso.
Le cure farmacologiche contro l’osteoporosi esistono, sono di tipo combinato e devono essere seguite scrupolosamente sotto stretto controllo di un medico endocrinologo, in collaborazione con il ginecologo.
E’ importante anche svolgere una regolare, anche se leggera, attività fisica utile ed efficace per tonificare i tessuti e mantenere più a lungo la mineralizzazione delle ossa.
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