Oggi parliamo di Celiachia: cos’è e come si cura?
La celiachia è una malattia che colpisce, nella maggior parte dei casi, l’intestino tenue: provoca un’atrofia dei villi intestinali, impedendo o limitando in questo modo l’assorbimento del cibo da parte dell’organismo.
La natura della celiachia è autoimmune, vale a dire una modificazione del funzionamento di determinati organi o tessuti che finiscono per produrre danni o alterazioni all’organismo stesso, senza che il sistema immunitario possa porvi rimedio. Nel caso della celiachia, il contatto con una proteina (la gliadina, una proteina del glutine) provoca un’infiammazione dei villi che si atrofizzano. Le cause della celiachia, secondo gli studi più recenti, sembrano di carattere ambientale oltre che genetico.
L’atrofia dei villi, ovvero estensioni della mucosa dell’intestino tenue che ne aumentano la superficie capace di assorbire il nutrimento, rende lisce le pareti dell’intestino, alterando l’assimilazione delle sostanze nutritive e producendo un serie di sintomi caratteristici della malattia.
La celiachia può colpire individui di qualunque età, con una leggera prevalenza di donne. In diversi casi, tuttavia, la malattia può essere asintomatica oppure, sia pure in misura assai minore, colpire organi diversi dall’intestino. Un italiano su 100, secondo le statistiche più recenti, è colpito da celiachia. La gran parte delle persone affette, tuttavia, non sa di esserlo e, soprattutto nei casi asintomatici, non si sottopone a un test per rivelare la presenza della malattia.
Oggi, esistono semplici kit per testare la propria positività (o negatività) alla malattia, acquistabili direttamente in farmacia. Analisi più approfondite, in caso di positività o di permanenza dei dubbi, sono assolutamente consigliabili.
Due campanelli d’allarme sono rappresentati dalla stanchezza e dalla diarrea croniche; altri sintomi piuttosto diffusi sono la perdita di peso, la produzioni di feci molto chiare e, nei bambini, una crescita rallentata, sia in altezza che a livello ponderale, ovvero di peso.
Poiché a scatenare l’infiammazione e l’atrofia dei villi intestinali è una proteina del glutine, l’unica terapia consiste in una dieta che ne sia priva. È possibile condurre una vita normale e non incorrere nelle conseguenze che abbiamo citato, evitando frumento, vari altri tipi di grano, orzo, segale e relative farine, perché contengono glutine. La presenza di quest’ultimo è oggi segnalata su una parte cospicua degli alimenti che lo contengono, siano o no a base di uno dei cereali citati.
Dal 2005, esiste una legge che sancisce il diritto dei celiaci di reperire con facilità alimenti privi di glutine, ma non solo. La stessa legge 123/05 stabilisce che i celiaci debbono poter usufruire di un pasto completo, sempre senza glutine, tanto nelle mense scolastiche quanto negli ospedali e in qualsiasi mensa pubblica. Una certa sensibilità, inoltre, è andata diffondendosi anche tra gli operatori privati, nel settore del commercio e della ristorazione.
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