3^ puntata malattie esantematiche: morbillo, sesta e quinta malattia
Morbillo: malattia infettiva causata a da paramyxovirus. La trasmissione avviene per via aerea e il periodo di incubazione è di 10-12 giorni. Tipica di tale malattia è la divisione dei sintomi in una fase pre-esantematica denominata periodo podromico, che dura in genere 3 giorni; in questa fase il bambino presenta: congiuntivite (con fotofobia e lacrimazione intensa), raffreddore con stranuti ed abbondante secrezione nasale, tosse secca, malessere generale e febbre elevata.
Due o tre giorni prima dell’esantema sono visibili sulla mucosa geniena (cioè la parte interna della guancia), a livello dei molari inferiori, piccolissime macchie fugaci bianche (scompaiono dopo 12-18 ore), simili a capocchie di spillo (a spruzzatura di calce), che prendono il nome di macchie di Koplik, che sono per definizione patognominiche (ovvero quando si diagnosticano rappresentano un segno inequivocabile della malattia).
Dopo 3- 4 giorni dall’inizio del periodo pre-esantematico appare il tipico esantema che interessa prima il viso, vicino all’attaccatura dei capelli e dietro alle orecchie, e poi, nell’arco di 2-3 giorni, il resto del corpo estende dosi alle braccia, al tronco ed alle gambe con un progressione cranio caudale.
Le manifestazioni cutanee hanno l’aspetto di maculo-papule ovvero di macchioline di colore rosso vivo, lievemente rilevate al tatto, a margini frastagliati, che tendono a confluire tra loro assumendo l’aspetto di grosse macchie. L’esantema si attenua in 3-4 giorni lasciando il posto ad una desquamazione cutanea. Le principali complicanze del morbillo sono rappresentate da: otite nel 10% dei casi, broncopolmonite e polmonite (5-7%), encefalite morbillosa (1 caso ogni 1000 di morbillo), che causa il decesso in circa il 15% dei casi e lascia danni permanenti in circa la metà dei pazienti. Infine panencefalite sclerosante subacuta (PESS): malattia degenerativa cronica del sistema nervoso centrale che si verifica a distanza di molti anni dal morbillo (1 caso ogni 1000 casi di morbillo) e cheratite.
Terapia: Non ci sono farmaci specifici contro il morbillo, gli antibiotici vengono usati solo in caso di complicanze batteriche, l’utilizzo di paracetamolo è consigliato per attenuare la febbre. Il morbillo è una malattia che può essere prevenuta unitariamente al vaccino per la rosolia e quello per la parotite (vaccino MPR). Nei “calendari vaccinali”, il vaccino per il morbillo è solitamente previsto tra il 13° e il 15° mese di età ed è previsto un richiamo tra i 5 e i 6 anni.
Sesta malattia: una patologia che colpisce i bambini piccoli, solitamente tra i 6 mesi ed i 2 anni e ricorre spesso in primavera ed in autunno. E’ generalmente caratterizzata da diversi giorni di febbre alta che può scomparire improvvisamente, seguiti dalla comparsa di un esantema roseo e piatto che si manifesta in seguito alla regressione della febbre (defervescenza). Le macchie sbiadiscono, diventando bianche quando vengono toccate, i singoli punti possono avere un leggero “alone” intorno, e l’infiammazione si diffonde soprattutto su viso, collo e tronco.
L’esantema dura da poche ore a 24-48 ore. Un segno tipico è l’ingrossamento dei linfonodi retronucali ed il periodo di incubazione è di 9-12 giorni.
Terapia: Non è ripetibile, non necessita di una terapia specifica, il pediatra può tuttavia, prescrivere antifebbrili.
Quinta malattia: chiamata anche eritema infettivo, è causata dal parvovirus B19 e si manifesta specialmente in ragazzi di età compresa tra 5 e 15 anni. In realtà, si tratta di una forma virale leggera che per lo più non determina particolari complicazioni. Può iniziare con una febbre lieve, mal di testa e sintomi influenzali che poi svaniscono per lasciare posto ad una manifestazione di colore rosso acceso, prima sul viso, poi qualche giorno più tardi su tronco, braccia e gambe. La quinta malattia può avere conseguenze se si manifesta durante la gravidanza. L’incubazione dura dalle due alle tre settimane e la malattia è contagiosa solo prima che appaia l’eruzione.
Terapia: Non richiede terapia specifica, né esami diagnostici, ad eccezione dei casi in cui si manifestano complicanze.
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