Pidocchi bye bye, con i giusti accorgimenti!
Può succedere che, una volta tornati a casa dall’asilo o da scuola, i nostri bambini inizino a grattarsi con insistenza e ripetutamente sul cuoio cappelluto: non appena andiamo a controllare, ci accorgiamo subito della presenza dei pidocchi.
I pidocchi sono veri e propri parassiti, cioè microorganismi che vivono “abusivamente” su altri organismi, di colore bianco/grigiastro: si attaccano al capello e vi depongono le uova, le cossi dette “lendini” che tendono a schiudersi all’incirca dopo una settimana.
Questi veri e propri ospiti indesiderati vivono succhiando il sangue del cuoio cappelluto e le loro uova rimangono “vive e vegete” per circa dieci giorni.
Quali sono i sintomi che portano alla diagnosi dei pidocchi? Certamente il segnale principale è un prurito diffuso, in particolare dietro le orecchie e sulla nuca; il continuo sfregamento, causato dal prurito intenso, può portare a micro-lacerazioni della zona interessata che tende ad irritarsi ulteriormente.
Ma, come comportarsi in caso di pidocchi? Innanzitutto occorre utilizzare appositi prodotti specifici localmente e continuare il trattamento anche 7/10 giorni dopo per cercare di eliminare efficacemente altre lendini che sono riuscite a sopravvivere al primo trattamento.
Come prevenire il contagio? Occorre precisare che non esiste un prodotto realmente in grado di prevenire l’infezione, ma è possibile seguire alcuni semplici accorgimenti, come ad esempio:
– Lavare vestiti e lenzuola a temperature superiori ai 60 gradi o a secco;
– Immergere spazzole e pettini in acqua calda disinfettata;
– Istruire i bambini sul fatto di cercare di non scambiarsi oggetti personali o indumenti come pettini, sciarpe, cuffie, ecc…;
– Controllare con attenzione i capelli specialmente a livello della nuca e dietro le orecchie per accertarsi che non ci siano lendini
(Fonte immagine: www.abcsalute.it)
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